Interessante e documentato articolo sulla vita e le profezie di Edgar Cayce tratto dal sito di Luogocomune.
Passato alla storia come il “profeta dormiente”, Edgar Cayce (pronuncia: “chèisi”) è molto conosciuto negli ambienti che si occupano di spiritualità e di argomenti metafisici, ma è praticamente ignoto al resto del mondo.
Il motivo è molto semplice: poichè Cayce sosteneva di “saper vedere nelle vite passate” delle persone, e poichè questo non è verificabile in maniera scientifica, per la cultura mainstream il fatto semplicemente “non sussiste”. Altrettanto dicasi per le predizioni del futuro, che Cayce ha fatto più volte, ma che restano difficili da confermare o da smentire, poichè raramente legate ad una data precisa. L’esempio più famoso è certamente quello in cui Cayce indicò l’esistenza di una stanza sigillata sotto la zampa della Sfinge, nella quale sarebbero racchiusi i segreti lasciatici in eredità dagli Atlantidei, la razza umana che – secondo alcune teorie - avrebbe preceduto la nostra su questa terra. Per ora la stanza non è stata trovata (anche se un team di ricercatori sostiene di aver individuato una cavità vuota, con il sonar, proprio sotto la Sfinge), ma Cayce disse anche che la stanza sarebbe stata aperta “solo quando l’umanità fosse stata pronta a comprendere il significato di ciò che contiene”. Insomma, chi vuole ovviamente ci può credere, ma queste cose sembrano a prima vista destinate a restare relegate al mondo della “superstizione”.
In realtà la documentazione sulla vita di Edgard Cayce è abbondantissima, e da questa si possono trarre molte conclusioni valide ed accertabili. [1]
Nato nel 1877 nelle campagne del cristianissimo Kentucky, Edgar Cayce si accorse fin da piccolo di avere dei particolari poteri psichici: poteva parlare a piacimento con lo spirito del nonno defunto – sosteneva - e spesso si ritrovava a giocare con piccoli “amici immaginari” che lui diceva essere spiriti dell’aldilà.
Quando Cayce aveva 14 anni fu colpito alla spina dorsale da una pallina da baseball, e rimase svenuto per diverse ore. Fu chiamato un dottore, ma il piccolo Edgar non rinveniva. Continuava a straparlare, come se fosse in trance, e ad un certo punto dettò una strana ricetta per un impacco che doveva venirgli applicato sulla schiena. La ricetta era talmente bizzarra ...
... che il dottore non pensò minimamente di far preparare l’impacco, mentre tutti iniziavano a temere che il ragazzo fosse impazzito. La nonna di Edgar invece preparò l’impacco, seguendo le istruzioni dettate dal ragazzino “in trance”, e questi in poche si rialzò, completamente guarito.
La prima cosa che lo rese “famoso”, nella cittadina dove abitava, fu la sua capacità di dormire con un libro sotto il cuscino, e di saperne recitare l’intero contenuto il giorno seguente, senza mai averne aperto una sola pagina.
Questo fenomeno attrasse la curiosità di molti “scettici”, che misero Cayce alla prova svariate volte, ma solo per convincersi ogni volta che si trattasse davvero di una sua capacità particolare. Fu proprio questa capacità a regalare al giovane Edgar il primo impiego nella più importante libreria della città, poichè si era dimostrato in grado di memorizzare senza fatica l’intero catalogo dei libri disponibili. Gli era bastato dormire con il pesante catalogo sotto il cuscino, ed il giorno seguente sapeva a memoria la collocazione, l’editore e l’autore degli oltre 1000 volumi disponibili al pubblico.
Per capire meglio l’avventura umana di Edgar Cayce, bisogna tener presente che gli anni a cavallo del ‘900 videro, in America, una vera e propria esplosione nell’interesse per i fenomeni paranormali: maghi, ipnotizzatori e veggenti di ogni tipo si aggiravano per le città e per le campagne, intrattenendo un pubblico facilmente impressionabile con i loro spettacoli e i loro trucchi da baraccone. Fra questi mille ciarlatani c’era però anche qualcuno che aveva preso a studiare seriamente certi fenomeni, come quello dell’ipnosi. Il fatto che si riuscisse a far fare ad un soggetto ipnotizzato praticamente qualunque cosa rappresentava, per la maggioranza di loro, una sicura fonte di successo: non è difficile far schiattare il pubblico dalle risate, se convinci un soggetto sotto ipnosi di essere Beethoven, e poi gli chiedi di suonare il pianoforte, nonostante lui non abbia mai toccato una tastiera in vita sua. Per altri invece, dottori soprattutto, lo stato di ipnosi rappresentava l’indicazione dell’esistenza di un intero universo - quello dell’inconscio - ancora tutto da esplorare.
Ed è propio grazie ad uno di questi dottori, Al Layne, che Edgar Cayce venne a scoprire il talento eccezionale di cui la natura lo aveva dotato.
Verso i ventidue anni Edgar Cayce aveva perso inspiegabilmente la voce, e da un giorno all’altro si ritrovò a poter parlare solo con un flebile sospiro. Diversi dottori lo visitarono, e fu chiamato persino un “luminare” dall’Europa, ma nessuno di loro riusciva a trovare la causa di questo improvviso impedimento. Gli furono date cure generiche per la laringite, ma il disturbo non passava, anzi peggiorava, e nell’arco di qualche mese Cayce riusciva solo più a comunicare con carta e matita.
Il caso era ormai noto in tutta la città, quando si trovò a passare da quelle parti un noto ipnotizzatore, Stanley Hart, che vide subito in Edgar Cayce una grande oppurtunità per fare spettacolo. Fu organizzato un evento apposito, al locale teatro dell’opera, mentre l’ipnotizzatore annunciava pubblicamente che sarebbe riuscito a guarire Cayce mettendolo sotto ipnosi.
Con grande sorpresa della platea gremita, non appena Cayce andò in trance tornò a parlare con la sua voce normale. L’applauso fu scrosciante, il miracolo sembrava compiuto, e l’ipnotizzatore già si immaginava che il mondo intero avrebbe parlato di lui.
Ma ancora più grande fu la sorpresa di tutti quando Cayce, uscito dal trance, tornò a parlare con il solito flebile sospiro. L’esperimento fu ripetuto più volte, ma in ciascun caso il risultato fu identico: sotto ipnosi Cayce parlava normalmente, ma appena risvegliato tornava a sospirare in modo incomprensibile.
Fu a quel punto che il dottor Layne ebbe un’intuizione geniale: dopo aver saputo dalla famiglia che già da piccolo Cayce aveva dettato, in apparente stato di trance, la ricetta per guarire dal colpo alla schiena, pensò di ripetere la procedura chiedendo a Cayce stesso quale fosse la soluzione del suo problema alla gola.
Alla presenza di tutta la famiglia, Cayce fu messo sotto ipnosi dal dott. Layne, che iniziò a porgli delle domande sul suo disturbo alla voce. Cayce fece passare alcuni secondi, poi rispose con tono chiaro e sicuro: “Abbiamo di fronte a noi il corpo di Edgar Cayce. Nel suo normale stato fisico questo corpo è incapace di parlare, a causa di una paralisi parziale dei muscoli inferiori delle corde vocali, prodotta da una contrattura nervosa. Si tratta di una condizione psicologica che produce un effetto fisico, che può essere rimosso aumentando la circolazione sanguigna nelle parti colpite, mentre il soggetto si trova in questo stato inconscio“.
Senza stare a fare troppe domande, il dott. Layne ordinò a Cayce: “Aumenta la circolazione sanguigna nelle parti colpite”.
Dopo qualche secondo Cayce rispose: “La circolazione sta aumentando“.
A quel punto il dottore, i familiari e gli altri presenti assistettero a qualcosa di assolutamente straordinario: videro la gola di Cayce gonfiarsi progressivamente, mentre il colore della pelle passava dal rosato al rosa scuro, e poi al rosso pieno. Il collo si era talmente gonfiato che fu necessario slacciare il bottone della camicia, per permettere a Cayce di respirare. Passarono 20 minuti in queste condizioni, durante i quali tutti rimasero con il fiato sospeso. Dopodichè Cayce disse: “Ora è tutto a posto. Il disturbo è stato rimosso. Le corde vocali sono perfette. Suggerite che la circolazione torni normale, dopodiché sia risvegliato il corpo“.
Il dottore eseguì anche questa istruzione: “Che la circolazione ritorni normale - disse - dopodiché il corpo sia risvegliato”. Tutti osservarono il collo di Edgar che si sgonfiava, mentre il colore tornava dal rosso pieno al pallido rosa iniziale. Qualche minuto dopo Cayce si risvegliò, del tutto inconsapevole di quanto era successo. Per prima cosa cercò un fazzoletto, tossì e sputò una notevole quantità di sangue. Dopodichè si guardò in giro, si rischiarò la gola, e con estremo stupore disse: “Heilà. Posso parlare!”
Talmente stupiti erano rimasti i presenti da quella guarigione, che solo in seguito, ricostruendo le “istruzioni” di Cayce parola per parola, si resero conto che Edgar aveva parlato nella prima persona plurale: “abbiamo qui davanti il corpo fisico di Edgar Cayce”, aveva detto la sua voce, suggerendo sia una “pluralità” nella fonte che un distacco della medesima dalla persona fisica che parlava.
Solo dopo lunghi anni di una tormentata ricerca personale Cayce sarebbe riuscito a trovare una spiegazione plausibile di questo fenomeno, che avrebbe richiesto prima di tutto una risoluzione al pesante conflitto che esso presentava con la sua fede cristiana.
FINE PRIMA PARTE
Massimo Mazzucco
Fonti:
“Edgar Cayce. An American prophet” – Sidney Kirkpatrick
“There is a river” - Tom Sugrue
“No soul left behind” – Robert Smith
[1] “There is a river“ (“Vi è un fiume”) fu la prima biografia di Edgar Cayce, e fu scritta dall’autore Tom Sugrue quando Cayce era ancora in vita. Da allora il libro, che rese Cayce famoso in tutta America, è stato ristampato dozzine di volte, persino come audio-book. Altre biografie, scritte in seguito da altri autori, hanno incorporato anche tutta la documentazione lasciata da coloro che vissero intorno a Cayce, permettendo di ricostruire con grande accuratezza tutti i passaggi più importanti della sua vita.
Tutta la documentazione originale su Edgar Cayce – compresi i 14.000 “readings” che fece in stato di trance dal 1920 al 1945 - si trova presso la sede dell’A.R.E., l’associazione che si occupa di far conoscere al mondo la vita ed il lavoro di Edgar Cayce, situata in Virginia.
Il motivo è molto semplice: poichè Cayce sosteneva di “saper vedere nelle vite passate” delle persone, e poichè questo non è verificabile in maniera scientifica, per la cultura mainstream il fatto semplicemente “non sussiste”. Altrettanto dicasi per le predizioni del futuro, che Cayce ha fatto più volte, ma che restano difficili da confermare o da smentire, poichè raramente legate ad una data precisa. L’esempio più famoso è certamente quello in cui Cayce indicò l’esistenza di una stanza sigillata sotto la zampa della Sfinge, nella quale sarebbero racchiusi i segreti lasciatici in eredità dagli Atlantidei, la razza umana che – secondo alcune teorie - avrebbe preceduto la nostra su questa terra. Per ora la stanza non è stata trovata (anche se un team di ricercatori sostiene di aver individuato una cavità vuota, con il sonar, proprio sotto la Sfinge), ma Cayce disse anche che la stanza sarebbe stata aperta “solo quando l’umanità fosse stata pronta a comprendere il significato di ciò che contiene”. Insomma, chi vuole ovviamente ci può credere, ma queste cose sembrano a prima vista destinate a restare relegate al mondo della “superstizione”.
In realtà la documentazione sulla vita di Edgard Cayce è abbondantissima, e da questa si possono trarre molte conclusioni valide ed accertabili. [1]
Nato nel 1877 nelle campagne del cristianissimo Kentucky, Edgar Cayce si accorse fin da piccolo di avere dei particolari poteri psichici: poteva parlare a piacimento con lo spirito del nonno defunto – sosteneva - e spesso si ritrovava a giocare con piccoli “amici immaginari” che lui diceva essere spiriti dell’aldilà.
Quando Cayce aveva 14 anni fu colpito alla spina dorsale da una pallina da baseball, e rimase svenuto per diverse ore. Fu chiamato un dottore, ma il piccolo Edgar non rinveniva. Continuava a straparlare, come se fosse in trance, e ad un certo punto dettò una strana ricetta per un impacco che doveva venirgli applicato sulla schiena. La ricetta era talmente bizzarra ...
... che il dottore non pensò minimamente di far preparare l’impacco, mentre tutti iniziavano a temere che il ragazzo fosse impazzito. La nonna di Edgar invece preparò l’impacco, seguendo le istruzioni dettate dal ragazzino “in trance”, e questi in poche si rialzò, completamente guarito.
La prima cosa che lo rese “famoso”, nella cittadina dove abitava, fu la sua capacità di dormire con un libro sotto il cuscino, e di saperne recitare l’intero contenuto il giorno seguente, senza mai averne aperto una sola pagina.
Questo fenomeno attrasse la curiosità di molti “scettici”, che misero Cayce alla prova svariate volte, ma solo per convincersi ogni volta che si trattasse davvero di una sua capacità particolare. Fu proprio questa capacità a regalare al giovane Edgar il primo impiego nella più importante libreria della città, poichè si era dimostrato in grado di memorizzare senza fatica l’intero catalogo dei libri disponibili. Gli era bastato dormire con il pesante catalogo sotto il cuscino, ed il giorno seguente sapeva a memoria la collocazione, l’editore e l’autore degli oltre 1000 volumi disponibili al pubblico.
Per capire meglio l’avventura umana di Edgar Cayce, bisogna tener presente che gli anni a cavallo del ‘900 videro, in America, una vera e propria esplosione nell’interesse per i fenomeni paranormali: maghi, ipnotizzatori e veggenti di ogni tipo si aggiravano per le città e per le campagne, intrattenendo un pubblico facilmente impressionabile con i loro spettacoli e i loro trucchi da baraccone. Fra questi mille ciarlatani c’era però anche qualcuno che aveva preso a studiare seriamente certi fenomeni, come quello dell’ipnosi. Il fatto che si riuscisse a far fare ad un soggetto ipnotizzato praticamente qualunque cosa rappresentava, per la maggioranza di loro, una sicura fonte di successo: non è difficile far schiattare il pubblico dalle risate, se convinci un soggetto sotto ipnosi di essere Beethoven, e poi gli chiedi di suonare il pianoforte, nonostante lui non abbia mai toccato una tastiera in vita sua. Per altri invece, dottori soprattutto, lo stato di ipnosi rappresentava l’indicazione dell’esistenza di un intero universo - quello dell’inconscio - ancora tutto da esplorare.
Ed è propio grazie ad uno di questi dottori, Al Layne, che Edgar Cayce venne a scoprire il talento eccezionale di cui la natura lo aveva dotato.
Verso i ventidue anni Edgar Cayce aveva perso inspiegabilmente la voce, e da un giorno all’altro si ritrovò a poter parlare solo con un flebile sospiro. Diversi dottori lo visitarono, e fu chiamato persino un “luminare” dall’Europa, ma nessuno di loro riusciva a trovare la causa di questo improvviso impedimento. Gli furono date cure generiche per la laringite, ma il disturbo non passava, anzi peggiorava, e nell’arco di qualche mese Cayce riusciva solo più a comunicare con carta e matita.
Il caso era ormai noto in tutta la città, quando si trovò a passare da quelle parti un noto ipnotizzatore, Stanley Hart, che vide subito in Edgar Cayce una grande oppurtunità per fare spettacolo. Fu organizzato un evento apposito, al locale teatro dell’opera, mentre l’ipnotizzatore annunciava pubblicamente che sarebbe riuscito a guarire Cayce mettendolo sotto ipnosi.
Con grande sorpresa della platea gremita, non appena Cayce andò in trance tornò a parlare con la sua voce normale. L’applauso fu scrosciante, il miracolo sembrava compiuto, e l’ipnotizzatore già si immaginava che il mondo intero avrebbe parlato di lui.
Ma ancora più grande fu la sorpresa di tutti quando Cayce, uscito dal trance, tornò a parlare con il solito flebile sospiro. L’esperimento fu ripetuto più volte, ma in ciascun caso il risultato fu identico: sotto ipnosi Cayce parlava normalmente, ma appena risvegliato tornava a sospirare in modo incomprensibile.
Fu a quel punto che il dottor Layne ebbe un’intuizione geniale: dopo aver saputo dalla famiglia che già da piccolo Cayce aveva dettato, in apparente stato di trance, la ricetta per guarire dal colpo alla schiena, pensò di ripetere la procedura chiedendo a Cayce stesso quale fosse la soluzione del suo problema alla gola.
Alla presenza di tutta la famiglia, Cayce fu messo sotto ipnosi dal dott. Layne, che iniziò a porgli delle domande sul suo disturbo alla voce. Cayce fece passare alcuni secondi, poi rispose con tono chiaro e sicuro: “Abbiamo di fronte a noi il corpo di Edgar Cayce. Nel suo normale stato fisico questo corpo è incapace di parlare, a causa di una paralisi parziale dei muscoli inferiori delle corde vocali, prodotta da una contrattura nervosa. Si tratta di una condizione psicologica che produce un effetto fisico, che può essere rimosso aumentando la circolazione sanguigna nelle parti colpite, mentre il soggetto si trova in questo stato inconscio“.
Senza stare a fare troppe domande, il dott. Layne ordinò a Cayce: “Aumenta la circolazione sanguigna nelle parti colpite”.
Dopo qualche secondo Cayce rispose: “La circolazione sta aumentando“.
A quel punto il dottore, i familiari e gli altri presenti assistettero a qualcosa di assolutamente straordinario: videro la gola di Cayce gonfiarsi progressivamente, mentre il colore della pelle passava dal rosato al rosa scuro, e poi al rosso pieno. Il collo si era talmente gonfiato che fu necessario slacciare il bottone della camicia, per permettere a Cayce di respirare. Passarono 20 minuti in queste condizioni, durante i quali tutti rimasero con il fiato sospeso. Dopodichè Cayce disse: “Ora è tutto a posto. Il disturbo è stato rimosso. Le corde vocali sono perfette. Suggerite che la circolazione torni normale, dopodiché sia risvegliato il corpo“.
Il dottore eseguì anche questa istruzione: “Che la circolazione ritorni normale - disse - dopodiché il corpo sia risvegliato”. Tutti osservarono il collo di Edgar che si sgonfiava, mentre il colore tornava dal rosso pieno al pallido rosa iniziale. Qualche minuto dopo Cayce si risvegliò, del tutto inconsapevole di quanto era successo. Per prima cosa cercò un fazzoletto, tossì e sputò una notevole quantità di sangue. Dopodichè si guardò in giro, si rischiarò la gola, e con estremo stupore disse: “Heilà. Posso parlare!”
Talmente stupiti erano rimasti i presenti da quella guarigione, che solo in seguito, ricostruendo le “istruzioni” di Cayce parola per parola, si resero conto che Edgar aveva parlato nella prima persona plurale: “abbiamo qui davanti il corpo fisico di Edgar Cayce”, aveva detto la sua voce, suggerendo sia una “pluralità” nella fonte che un distacco della medesima dalla persona fisica che parlava.
Solo dopo lunghi anni di una tormentata ricerca personale Cayce sarebbe riuscito a trovare una spiegazione plausibile di questo fenomeno, che avrebbe richiesto prima di tutto una risoluzione al pesante conflitto che esso presentava con la sua fede cristiana.
FINE PRIMA PARTE
Massimo Mazzucco
Fonti:
“Edgar Cayce. An American prophet” – Sidney Kirkpatrick
“There is a river” - Tom Sugrue
“No soul left behind” – Robert Smith
[1] “There is a river“ (“Vi è un fiume”) fu la prima biografia di Edgar Cayce, e fu scritta dall’autore Tom Sugrue quando Cayce era ancora in vita. Da allora il libro, che rese Cayce famoso in tutta America, è stato ristampato dozzine di volte, persino come audio-book. Altre biografie, scritte in seguito da altri autori, hanno incorporato anche tutta la documentazione lasciata da coloro che vissero intorno a Cayce, permettendo di ricostruire con grande accuratezza tutti i passaggi più importanti della sua vita.
Tutta la documentazione originale su Edgar Cayce – compresi i 14.000 “readings” che fece in stato di trance dal 1920 al 1945 - si trova presso la sede dell’A.R.E., l’associazione che si occupa di far conoscere al mondo la vita ed il lavoro di Edgar Cayce, situata in Virginia.
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